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La gru in alta quota

Una gru Flat Top Terex FC 6.24H, montata utilizzando un elicottero, è all’opera per eseguire gli interventi di ristrutturazione e ampliamento del Rifugio Passo Principe, a quota 2.601 m s.l.m. nelle Dolomiti: un vero e proprio terrazzo sul Gruppo del Catinaccio.

Per chi ama e vive la montagna il rifugio d’alta quota è come per il marinaio il faro che si staglia sulla costa. È un punto d’approdo e di ristoro, una casa lontano da casa, con in più il silenzio e la maestosità del tramonto e dell’alba visti da lassù. Quando si arriva in rifugio dopo ore di camminata e tanti chilometri nelle gambe si può star certi che ad accogliervi si troveranno sempre piatti semplici e ristoratori. Qui le tavolate di legno si condividono con altri viandanti dei sentieri alti, con i loro zaini e i loro racconti di imprese alpine. La consapevolezza di aver vissuto la stessa impresa e di aver deciso di faticare per arrivare fin là unisce tutti fin dal primo minuto. Chi arriva in rifugio lo sa, l’amore per la montagna è un dono prezioso e non comune.  

Tutto questo lo sanno perfettamente Sergio e Daniele Rosi e Valentina Robol, gestori del Rifugio Passo Principe, un’oasi sorta a 2.601 m s.l.m. nel 1952 a Pozza di Fassa, sul Gruppo del Catinaccio, nelle Dolomiti.

Due “pietre preziose”

Il Rifugio Passo Principe è stato costruito da Francesco Kofler di Campitello di Fassa. La prima costruzione fu fatta in valle, smontata e portata a spalle in quota e rimontata. Sergio e Daniele Rosi (padre e figlio ed entrambi guide alpine) se ne sono innamorati e l’hanno acquistato per poi completamente ricostruirlo in legno nel 2006-07. La struttura - incastonata tra le rocce di questo gruppo dolomitico come una pietra preziosa e luogo tra i più belli e frequentati nei periodi estivi – conserva l’autenticità tipica del rifugio, con le sue dimensioni contenute, il legno ingrigito che si confonde tutt’uno con la pietra dolomitica, e un’ospitalità genuina: una sala bar – ristorante con menu delizioso e piatti fatti in casa, al piano di sopra 25 posti letto. 

È qui che dal giugno scorso si sta rendendo protagonista un’altra “pietra preziosa”, una gru Terex FC 6.24H, impiegata dall’impresa edile Pollini Andrea di Pelugo (TN) per l’esecuzione di lavori di ampliamento del rifugio che termineranno indicativamente alla fine del 2024. L’ampliamento interesserà principalmente l’area ristoro e l’alloggio del personale di servizio, pur mantenendo sostanzialmente invariata l’attuale estetica e fusione nel paesaggio circostante.

Al limite dell’impossibile

Il rifugio Passo Principe è raggiungibile solo a piedi, pertanto non è possibile portare a destinazione materiali tramite mezzi meccanici, ma in spalla o, nel caso delle merci più pesanti, con una piccola motocarriola guidata a mano su per il sentiero dai gestori. 

Ecco perché la gru Terex FC 6.24H è stata scelta dalla Pollini, noleggiandola dalla Tecnoedil Noleggi di Trento: le parti che la compongono sono super leggeri e veloci da montare, ideali per essere trasportati e montati in elicottero, fornito dalla Elikos Helicopterservice di Laion (BZ). 

Ma come si è svolto questo montaggio al limite dell’impossibile? Presso un rifugio più a valle tutti i componenti della gru sono stati trasportati su camion e lì preassemblati e accuratamente pesati dai tecnici della Tecnoedil Noleggi al fine di comporre dei preassiemi di peso idoneo alla portata dell’elicottero. Per poter essere agganciati dall’elicottero nel più breve tempo possibile e permettere il più rapido montaggio della gru in quota, tutti i preassiemi sono stati accuratamente legati con un perfetto bilanciamento. Quest’ultimo li ha trasportati in quota e li ha direttamente posizionati affinché i tecnici li potessero fissare al momento. È stato quindi necessario un perfetto coordinamento tra gli esperti tecnici montatori e l’elicotterista, ma in circa un’ora il montaggio è stato portato a compimento; dopo il settaggio dei dispositivi la gru è subito entrata in funzione, pronta all’uso.

La soluzione ideale per i cantieri più impervi

Il fissaggio degli elementi della gru è stato rapido, con gli abbinamenti tra i vari pezzi - facili da maneggiare e leggeri - molto semplici e veloci da eseguire. 

Luca Zanut, Terex Tower Cranes: “La gru Terex FC 6.24H è unica nel mercato e caratterizzata da un sistema di montaggio brevettato. Le sue peculiarità la rendono uno strumento efficace e indispensabile all’interno di cantieri in zone impervie, come appunto i rifugi di montagna o caratterizzati da strade di difficile accesso, così come in centri storici tra palazzi e vie molto ristrette. La gru presenta un braccio costruito in moduli con lunghezza complessiva da 12,6 m a 24 m e offre una capacità massima di 1,5 t, con portata massima in punta di 0,6 t a 24 m. La torre raggiunge un’altezza massima di 26 m, ma può essere ancorata agli edifici per raggiungere altezze maggiori, fino a 43,1 m. La gru Terex FC 6.24H si distingue anche per la semplicità di cablaggio, nonché per la sua flessibilità e semplicità d’utilizzo: gli elementi che la compongono sono molto leggeri e di piccole dimensioni e possono essere trasportati agevolmente anche tramite muletti, transpallet o piccoli furgoni. 

Inoltre, grazie al sistema di montaggio autonomo del braccio (brevettato), il montaggio può anche avvenire senza mezzi ausiliari: il braccio viene sollevato in verticale lungo la torre e poi fatto ruotare in quota tramite un cilindro idraulico, svolgendo tali operazioni anche in ambienti congestionati. Il carro zavorrato ha dimensioni pari a 2,5 x 2,5 m, ma la gru può anche essere fissata su plinto da 1,2 x 1,2 m, occupando uno spazio in pianta molto contenuto”. 

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